Svolta che ridà fiato: nuove terapie contro il tumore al polmone

Il trattamento del cancro al polmone sta cambiando grazie a una strategia che amplifica l’energia delle cellule, aprendo la strada a nuovi modi di affrontare le forme aggressive di questa malattia. Questo metodo, che si sposa con farmaci già noti e rispetta le dosi di sicurezza, potrebbe rivoluzionare il modo in cui curiamo queste patologie.
Chemioterapia e NSCLC avanzato
La chemioterapia resta il primo approccio per il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato, che rappresenta l’85% dei casi a livello mondiale. Però, nonostante la sua diffusione, questo trattamento tende a ridurre l’infiltrazione di cellule immunitarie nei tumori, portando spesso a risultati che si stabilizzano nel tempo.
Un bel salto in avanti è stato fatto con una tecnica innovativa: il trasferimento mitocondriale. In pratica, i ricercatori hanno usato il cisplatino, un farmaco chemioterapico comune, in combinazione con questo nuovo approccio. Hanno prelevato mitocondri particolarmente attivi da cardiomiociti umani e li hanno impiantati nelle cellule tumorali. Da solo, questo intervento non danneggiava direttamente le cellule cancerose, ma rendeva il tumore molto più sensibile al cisplatino, riducendo l’IC50 da 12,93 μM a 6,7 μM.
Risultati incoraggianti nei test preclinici
Negli studi condotti su modelli murini si sono ottenuti risultati molto interessanti: i tumori trattati con l’accoppiata di trapianto mitocondriale e cisplatino sono diminuiti molto di più rispetto a quelli trattati solo con la chemioterapia. Inoltre, è stata notata una maggiore presenza di cellule immunitarie nei tumori trattati, mentre il peso degli animali rimaneva stabile e gli organi apparivano normali.
L’analisi trascrittomica ha evidenziato cambiamenti notevoli nell’espressione dei geni: quelli legati alla glicolisi e all’ipossia sono diminuiti, mentre quelli riferiti alla fosforilazione ossidativa sono aumentati. Anche i marker collegati alla crescita del tumore come Ki67 e P53, e quelli relativi alle cellule staminali come HIF-1α, CD44 e CD133, sono diminuiti sensibilmente.
Rinvigorire il sistema immunitario
Il recupero dell’attività mitocondriale ha portato benefici anche alle cellule T e alle cellule natural killer (NK), componenti fondamentali del sistema immunitario. Da tempo messe in ombra dalla chemioterapia tradizionale, queste cellule hanno ritrovato vigore grazie a questo approccio innovativo.
Questa strategia potrebbe essere applicata anche ad altri tumori particolarmente difficili da trattare. Per farlo, però, sarà necessario definire bene tutti gli step: dalla raccolta dei mitocondri, alla modalità di somministrazione, fino alla sincronizzazione con il trattamento chemioterapico.
Studio scientifico e prospettive future
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Cancer Biology & Medicine”, è il frutto del lavoro di scienziati della Tongji University School of Medicine e della Nantong University. I ricercatori invitano a proseguire con ulteriori verifiche su scala più ampia per confermare questi risultati promettenti.
In conclusione, il trasferimento mitocondriale rappresenta una ventata di freschezza per migliorare l’efficacia delle terapie oncologiche, senza pesare ulteriormente sui trattamenti standard come il cisplatino. Questa scoperta apre nuove possibilità nella lotta contro il cancro al polmone e fa pensare a quanto ancora si possa sfruttare l’energia metabolica per curare il cancro.